Bulldog francese (bouledogue): l’origine della razza

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Last Updated on 04/05/23 by wp_15467959

I molossoidi dell’antichità

Durante l’Impero Romano la razza di cane da combattimento più diffusa era quella del molosso. L’esercito romano utilizzava molossi da guerra (canis pugnax) appositamente addestrati per essere utilizzati nelle battaglie contro i propri nemici. Di alcuni rimangono tracce anche nelle riproduzioni artistiche dell’epoca (v. fig. precedente).

Durante e dopo le invasioni barbariche, e con la conseguente discesa in Europa di varie popolazioni euroasiatiche nomadi, i cani molossoidi si diffusero in tutto il Vecchio Continente.

Questa tipologia di cani era particolarmente apprezzata per la loro struttura muscolare molto sviluppata ed era utilizzata, oltre che nei teatri di guerra, anche per svolgere mansioni che prevedevano grossi carichi di lavoro. Alcuni di loro riuscivano addirittura a combattere contro animali di grosse dimensioni come il bisonte o l’uro; quest’ultimo era un grosso bovino molto diffuso nelle steppe euroasiatiche, parente dei bovini attualmente allevati in tutto il mondo.

Da questi molossoidi creati principalmente per essere usati in ambito bellico, derivano gli odierni dogue, di cui fanno parte il mastino napoletano e l’alano.

I bouledogue francesi fanno invece parte dei molossoidi di piccola taglia, oggi utilizzati principalmente come cani da compagnia, ma anch’essi con un passato di veri combattenti.

Perché il nome “bulldog”?

Nel lontano XIII secolo, nell’Inghilterra di Re Giovanni Senzaterra, fratello del famoso Riccardo Cuor di Leone, il Lord Guglielmo di Warenne prese nota di un curioso episodio a cui assistette. Un toro scappò dal recinto in cui era rinchiuso e riuscì, durante la sua fuga, a raggiungere un vicino villaggio e a creare un grosso scompiglio oltre che a seminare panico tra la popolazione. La situazione sembrava disperata; il toro era di dimensioni enormi e nessuno riusciva a fermare la sua irruenza.

Ad un certo punto, ci racconta Guglielmo, giunge sul posto un gruppo di cani, di proprietà dei macellai del luogo, i quali riescono a circondare l’imbizzarrito toro e ad abbatterlo.

Colpito dall’accaduto, Lord Guglielmo ordinò alla municipalità del posto di organizzare, ogni 13 novembre, una ricostruzione dell’evento al quale aveva assistito. Si ritiene che quest’ordine del Lord sia stato ciò che diede inizio ad un’antica tradizione inglese, esistita sino all’Ottocento, conosciuta come bull-baiting (ovvero “adescamento del toro”).

Il bull-baiting consisteva nel liberare, all’interno di apposite aree, uno o più tori che venivano successivamente abbattuti con l’utilizzo di cani (nella fig. successiva vediamo questa manifestazione ritratta in un dipinto ottocentesco). Il bulldog era la razza canina preferita per quest’esibizione, data la sua grande forza e possente struttura muscolare, oltre alla straordinaria resistenza al dolore.

È importante ricordare che il bulldog utilizzato in quegli anni in Inghilterra aveva poco in comune con l’attuale bulldog inglese: esso viene ricordato, dato che ad oggi risulta estinto, come old english bulldog e fisicamente era più simile all’odierno pit bull terrier americano (v. fig. successiva), dato che possedeva muso e zampe più lunghe rispetto agli odierni bulldog inglesi.

Il bull-baiting fu una forma di intrattenimento popolare molto diffusa nell’Inghilterra medievale e moderna. Per capire quanto fosse apprezzata basti pensare che diventò parte del processo di macellazione dei bovini; si diffuse infatti la convinzione che “l’attività fisica” a cui veniva sottoposto il bovino prima della macellazione potesse migliorare la qualità delle sue carni.

È facile capire quindi, essendo “bull” la traduzione inglese della parola italiana “toro”, il perché il bulldog si chiami così, vale a dire “cane  toro[1]. I bulldog venivano utilizzati anche per combattimenti tra cani o addirittura contro orsi, in quest’ultimo caso si parlava di bear-baiting.

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[1] Questa appena narrata è solo una delle tante teorie riguardanti l’origine della razza bulldog. R. H. Voss, nel 1933, dopo varie ricerche storiche, dichiarò il bulldog una razza nata nell’isola britannica prima dell’invasione romana e che veniva utilizzata dalle antiche popolazioni britanniche. Una teoria, quindi, che situava la nascita della razza in Britannia e non nelle steppe euroasiatiche.

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