Il legame uomo-cane “dalla notte dei tempi”

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Last Updated on 22/09/23 by wp_15467959

L’importanza e l’insostituibilità del legame tra esseri umani e cani sono dimostrate dalla stessa storia dell’uomo. Sin dalla Preistoria, l’uomo ha avuto il cane come compagno nella vita quotidiana, come dimostrano non solo alcuni graffiti rupestri, ma anche il ritrovamento di scheletri umani accanto a resti di cani. Nell’immagine successiva, ad esempio, possiamo vedere una foto del ritrovamento avvenuto nel 2009 a Valdaro di Mantova dello scheletro di un uomo con, ai suoi piedi, quello di un cane, accanto a un disegno che cerca di ricostruire l’immagine dei due corpi al momento della sepoltura, avvenuta presumibilmente 15.000 anni fa.

Nel nord dello stato di Israele, addirittura, la mano di uno scheletro risalente a circa 11.000 anni fa poggiava ancora sui resti di quello che si presume essere stato un cucciolo, ad apparente dimostrazione di una relazione di affetto che andava oltre la morte.

Non solo la presenza del cane accanto all’uomo, ma anche il riconoscimento dell’amore incondizionato del primo per il secondo, sono presenti tanto in dipinti e sculture quanto in diverse opere letterarie antiche. L’esempio più bello è forse quello riportato nell’Odissea, poema greco risalente a circa 10.000 anni fa, attribuito a un immaginario poeta cieco, Omero, ma che affonda le sue origini in una tradizione di racconti trasmessi in forma orale, ancor prima della scoperta della scrittura. Il protagonista dell’Odissea, Ulisse, ritorna dopo vent’anni nella sua patria, travestito da mendicante. Nessuno lo riconosce, neppure la moglie e il figlio, tranne Argo, il cane con cui andava a caccia: oramai vecchio, tormentato dalle zecche, incapace anche di muoversi, appena vede Ulisse agita la coda, abbassa le orecchie e muore, come se avesse atteso tutto quel lungo tempo per poter morire accanto al suo padrone. Ulisse lo vede e di nascosto si asciuga una lacrima, l’unica che versa dopo il suo ritorno a Itaca. 

L’ipotesi attualmente più probabile sull’origine del cane è che le centinaia di attuali razze canine derivino dal lupo grigio (Canis lupus), con il quale in effetti condividono ancora il 99% del DNA. Alcuni lupi probabilmente seguivano le tribù umane per mangiare gli scarti del loro cibo e si pensa che l’uomo si sia avvicinato a qualche cucciolo più socievole nella prospettiva di avere un animale che potesse essergli utile nella caccia e nella protezione, potendolo avvisare in caso di pericolo.

Col passare del tempo, gli uomini si sono poi accorti che favorendo la riproduzione tra esemplari dotati di caratteristiche favorevoli – ad esempio la docilità – si ottenevano cuccioli che in genere esaltavano ancora di più queste caratteristiche. Questo processo si è via via rafforzato con il passare dei secoli e dei millenni, sino a consentire la nascita non solo del cane domestico, ma anche la sua suddivisione in centinaia di razze che rispondevano a esigenze diverse.

Nel corso di millenni, il cane ha infatti offerto il suo contributo all’uomo in centinaia di modi: come guardiani della casa e della famiglia, nella sorveglianza di greggi e mandrie, come combattenti nelle guerre, come cercatori e soccorritori di persone in difficoltà o disperse, nella guida e assistenza a persone e bambini con handicap fisici o psichici, per trainare slitte e carro, nella ricerca di droga o di esplosivi, ecc. ecc.

Comunque sia proceduta la nascita e l’evoluzione del cane, quello che è certo e incredibile è che in sostanza si tratta dell’unico animale che cerca espressamente la compagnia dell’uomo. Anche se esistono molti altri animali domestici, in realtà nessuno di essi mostra una così netta simbiosi e dipendenza con l’essere umano; anche i gatti, seppure affettuosissimi e intelligenti, conservano in genere una esigenza di autonomia che è invece spesso impossibile nel cane, che a volte sembra davvero vivere solo per il proprio padrone.

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