Last Updated on 23/09/23 by wp_15467959
Dopo la morte del nostro cane dovremo comunque prendere ancora delle decisioni, che fondamentalmente riguarderanno la cura del suo corpo e della sua memoria. Anche se può apparire sgradito, sarebbe preferibile assumere queste decisioni o, almeno, valutare le opzioni possibili, prima del vero e proprio decesso, dopo il quale la nostra lucidità sarà sicuramente minore. Per fare un paragone, è un po’ come predisporre il proprio testamento: può apparire fuori luogo farlo quando siamo ancora nel pieno delle nostre facoltà fisiche e mentali, ma questa scelta è anche un atto di amore nei confronti delle persone che amiamo e che rimarranno dopo di noi.
L’importanza della “ritualità”
Prendersi cura del corpo e della memoria del nostro cane dopo la sua morte non è solo un obbligo morale, ma anche un passo fondamentale per portare a compimento il processo del lutto, perché seppellire oppure cremare il nostro amato amico ci impone di accettare la sua scomparsa e dà inizio a un dolore che è liberatorio, perché costituisce la prima fase dell’accettazione della perdita.
Questo è dimostrato anche dalla Storia, nella quale ritroviamo molti esempi di omaggi nei confronti di animali da compagnia defunti. Gli antichi Egizi, ad esempio, seppellivano e mummificavano i loro gatti e, in diversi casi, anche i cani.
In Perù, nei pressi della capitale Lima, gli archeologi hanno scoperto un antico cimitero nel quale erano stati sepolti con cura più di quaranta cani. Sin dalla fine dell’Ottocento sono stati creati cimiteri destinati proprio ai cani da compagnia, ad esempio in Francia nella località di Asnières-sur-Seine, vicino Parigi, oppure negli USA ad Hartsdale, nei pressi di New York. Addirittura, come ho già avuto modo di ricordare nel primo capitolo di questo libro, sono state trovate testimonianze risalenti alla preistoria che attestano la sepoltura di cani accanto ai cadaveri di quelli che erano stati con ogni probabilità i loro padroni.
Disporre di un luogo di sepoltura oppure di un’urna che raccoglie le ceneri del nostro cane non è solo di conforto, ma può avere anche un valore educativo, perché offre la possibilità in futuro di mostrarli a figli o nipoti per raccontare loro quanto quel cane ha reso più felice la nostra vita prima che loro nascessero.
Infine, qualunque sia la nostra scelta finale su cosa fare del corpo del nostro amico a quattro zampe, consideriamo sempre che quello che materialmente ne resta è più che altro un simbolo. Comunque la si pensi sull’esistenza di un’anima e sulla sua sopravvivenza dopo la morte (argomento a cui dedico l’ultimo capitolo di questo volume), il nostro cane rimarrà sicuramente vivo nel nostro ricordo, per cui il miglior posto per custodirlo rimane davvero e solo il nostro cuore.
Questo articolo
è tratto dal libro
Aspettami al Ponte dell’Arcobaleno,
che aiuta a superare il dolore
per la morte del proprio cane.
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