Last Updated on 10/02/24 by wp_15467959
Quando muore una persona, le procedure che seguono il suo decesso sono piuttosto abituali e perciò ben conosciute: una breve veglia del cadavere con la visita delle persone più care, la sua deposizione in una bara, il funerale, l’inumazione o la cremazione, spesso rispettando le volontà che erano state espresse dal defunto. Alla morte di un cane, possono invece nascere interrogativi che prima non ci si era mai posti e spesso si finisce per chiedere al veterinario come si sono comportati altri proprietari di animali domestici.
Fondamentalmente esistono due possibilità: la sepoltura e la cremazione, mentre ho deciso di non trattare in questo libro altre pratiche lunghe, costose e discutibili come la liofilizzazione e l’imbalsamazione (o tassidermia).
La cremazione può essere affidata al veterinario oppure ad apposite agenzie, in maniera da poter poi conservare le ceneri (alcuni proprietari lasciano disposizioni testamentarie affinché, alla loro morte, le ceneri del cane siano poste accanto ai propri resti), oppure – se lo preferiamo e se le leggi locali non lo impediscono – disperderle in un luogo caro. Se lasciamo al veterinario il compito di occuparsi dello smaltimento del corpo, chiediamo quale sarà la procedura, per evitare successivi sensi di colpa, nel caso in cui dovessimo ad esempio venire a sapere solo successivamente che la cremazione del corpo è avvenuta non in maniera individuale ma congiuntamente a quella di altri animali deceduti, mentre noi erroneamente pensavamo di poter ricevere le ceneri, ecc.
Esistono poi casi davvero rarissimi, ma che vanno comunque considerati per evitare successivi rimorsi, soprattutto perché nonostante la loro estrema sporadicità sono divenuti spesso oggetto di discussioni macabre che feriscono la sensibilità di chi già soffre per la perdita del proprio cane. Intendo qui riferirmi in primo luogo ai casi eccezionali nei quali i corpi di alcuni animali lasciati in cliniche veterinarie sono stati affidati da queste a società che ne hanno ricavato e commercializzato sottoprodotti come fertilizzanti, sapone o mangimi per animali. Inoltre, una paura che è spesso associata alla cremazione è quella per cui le ceneri che sono restituite potrebbero in realtà non essere quelle del nostro cane. Mi rendo conto che entrambe le possibilità sono davvero macabre e sottolineo nuovamente che questi casi sono davvero rarissimi, ma se si teme di poter poi avere dubbi e rimorsi, possiamo sempre informarci anticipatamente sia chiedendo a chi si occuperà della cremazione, sia cercando opinioni di chi ha già utilizzato i servizi di questi professionisti. Scegliere di assistere personalmente alla cremazione non è un’opportunità che consiglio, sia perché spesso non è tecnicamente possibile, sia e soprattutto perché di tratta di una procedura lunga, visivamente ed emotivamente molto stressante, che rischia di aggiungere tristi ricordi a quelli già esistenti.
Questo articolo
è tratto dal libro
Aspettami al Ponte dell’Arcobaleno,
che aiuta a superare il dolore
per la morte del proprio cane.
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