Le “fasi del lutto” dopo la perdita del proprio cane: 4. La fase della depressione

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Last Updated on 24/09/23 by wp_15467959

Alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, la psichiatra svizzera Elisabeth Kübler-Ross pubblicò il volume La morte e il morire, nel quale indicò cinque fasi della cosiddetta “elaborazione del lutto”, vale a dire le reazioni psicologiche e fisiche provocate dalla perdita di qualcuno a cui eravamo legati.

Da allora il suo schema è stato ampiamente adottato dagli psicologi, alcuni dei quali hanno ampliato o ridefinito le sue teorie.

Lo schema Kübler-Ross non va interpretato rigidamente: ci sono persone che non vivono una o più delle fasi descritte, o le vivono in un ordine diverso, oppure simultaneamente; inoltre, ognuno di noi le subisce e le affronta in modo assolutamente individuale, conseguentemente alla sua personalità e al suo carattere.

Lo schema Kübler-Ross è comunque molto utile per capire cosa generalmente accade quando veniamo a contatto con la morte di qualcuno che amiamo.

4. La fase della depressione

Uso il termine “depressione” pur sapendo che è inevitabilmente generico, perché accomuna sintomi e tempi molto diversi, potendo andare da un non meglio precisato “sentirsi giù” a stati psicologici nei quali la persona non riesce a sostenere la routine quotidiana, il tutto per una durata che può andare da pochi giorni a un inferno che può durare mesi. Tuttavia, è necessario usare questo termine per indicare nel suo complesso la fase nella quale comincia la vera e propria accettazione della scomparsa come evento successo e irreparabile.

La depressione che ne consegue non è una malattia, ma una reazione naturale e temporanea a una situazione fortemente stressante, perché abbiamo preso coscienza che è accaduto qualcosa terribile e che non possiamo fare nulla per cambiare le cose. Conseguentemente, è questa la fase nella quale si verificano i principali sintomi del dolore acuto. I segnali sono davvero innumerevoli e sono diversi da persona a persona.

I principali sintomi fisici sono:

  • alterazioni dell’appetito con tendenza a mangiare meno o, al contrario, a mangiare in maniera eccessiva rispetto a prima;
  • difficoltà di respiro;
  • disturbi del sonno: principalmente difficoltà ad addormentarsi, insonnia, risvegli ripetuti o precoci con incapacità di riaddormentarsi, sogni tristi, incubi; in alcuni casi può però comparire, al contrario, la tendenza a dormire troppo, per isolarsi dalla realtà;
  • dolori che possono essere localizzati in diverse parti del corpo: testa, stomaco, collo, spalle, ecc.;
  • mancanza di energie;
  • palpitazioni cardiache, avvertite come apparenti pause nel normale battito, come strane sensazioni nella zona cardiaca, oppure come accelerazioni del battito;
  • pianto che può essere a volte incontrollabile oppure comparire all’improvviso;
  • problemi di digestione con possibile nausea, senso di vomito o veri e propri episodi di vomito;
  • senso di oppressione al torace o alla gola;
  • stanchezza già al momento del risveglio, come se si sentisse il bisogno di tornare subito a dormire.

I sintomi emotivi più comuni sono:

  • irritabilità e rabbia, con reazioni esagerate anche nei confronti di persone amate o pensieri omicidi verso chi riteniamo colpevole o partecipe della morte del nostro cane;
  • peggioramento delle prestazioni lavorative o scolastiche, con difficoltà a concentrarsi anche su cose semplici;
  • pensieri ricorrenti e ossessivi legati alla morte del cane;
  • rimpianto e senso di colpa;
  • senso di confusione e tendenza a dimenticare cose e azioni appena compiute;
  • tendenza a isolarsi, rifiutando a volte anche attività o incontri precedentemente graditi;
  • tristezza acuta ed abbattimento, come se le giornate non avessero più senso.

Le reazioni fisiche ed emotive che si manifestano dopo la morte del proprio cane rappresentano la naturale reazione del nostro organismo e della nostra mente all’accaduto e sono quindi del tutto normali. Probabilmente, dovremmo preoccuparci maggiormente se non provassimo nulla di tutto questo, perché ciò dimostrerebbe una risposta all’accaduto priva di sentimenti.

Inoltre, teniamo presente che il dolore ha anche una funzione curativa, perché permette lo sfogo delle emozioni represse nei giorni precedenti, nei quali ci poteva sembrare di vivere in una situazione irreale, una specie di incubo. In questo modo, la fase della depressione ci offre il tempo di convivere con la nuova realtà, preparandoci al superamento della perdita.

Anche altri sintomi qui non elencati e che possono essere ritenuti da noi eccezionali e inquietanti, sono spesso molto meno rari di quanto noi pensiamo. Mi riferisco, ad esempio, al credere di percepire attraverso uno dei nostri sensi la presenza del cane morto: nelle prime settimane dopo la scomparsa, molti proprietari sono ad esempio convinti di sentire all’improvviso suoni tipici del proprio cane quando era ancora in vita o addirittura pensano di intravederlo di sfuggita in casa o di percepire attraverso il tatto la sensazione che provavano quando lo accarezzavano.

Questi “avvistamenti” non sono nulla di cui preoccuparsi, sono sostanzialmente degli effetti della lunga convivenza che abbiamo avuto con il nostro cane e non dimostrano in alcun modo una sua presenza reale. Diffidiamo perciò di persone che eventualmente sostengono di poterci mettere in comunicazione con i nostri animali morti. Una parte di queste persone può anche essere realmente convinta di quello che sostiene e può essere mossa dal desiderio di dare conforto, ma più spesso si tratta di veri e propri truffatori che intendono approfittare di un nostro momento di debolezza.

Solo se ci accorgiamo che dopo diversi mesi dalla scomparsa del nostro cane la sofferenza è identica a quella dei primi giorni e ci impedisce di riprendere le normali attività quotidiane, se assumiamo atteggiamenti che mettono a rischio l’incolumità nostra o altrui oppure se abbiamo sofferto in passato di crisi depressive che hanno richiesto cure mediche, , è consigliabile confidarsi con il proprio medico di fiducia che potrà eventualmente indirizzarci a uno specialista che saprà individuare quali fasi dell’elaborazione del lutto non abbiamo superato.

Questo articolo

è tratto dal libro
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