Come raccontare a un bambino la morte del proprio cane

0 Comments

Last Updated on 23/09/23 by wp_15467959

La morte del cane va comunicata al bambino con dolcezza, tanto maggiore quanto è più piccolo il bambino, ma sempre con chiarezza ed evitando bugie ed eufemismi. Dire al bimbo, anche se piccolo, che il cane ora “sta dormendo”, oppure “sta riposando” può sembrarci una delicatezza, ma può rivelarsi un boomerang pericoloso, perché è già accaduto che alcuni bambini abbiano poi manifestato a volte una certa resistenza ad addormentarsi o a sottoporsi ad anestesia in caso di piccoli interventi chirurgici, perché inconsciamente avevano paura di non potersi più svegliare, mentre altri hanno addirittura cercato di dissotterrare il corpo del cane, quando questo era stato sepolto nei pressi della casa, per “svegliarlo”.

Errori simili si possono commettere anche dicendo ad esempio al bambino che “Dio ha preso il cane perché era troppo buono”, che “il nostro cane ora sta facendo un lungo viaggio”, oppure che “è andato via perché voleva essere libero”. Queste frasi, infatti, rischiano di far associare al bambino degli eventi positivi con dei ricordi negativi e provocargli in tal modo degli interrogativi angoscianti, del tipo: “se mi comporterò troppo bene rischierò di morire anche io?”, “andare in vacanza è come morire?”, “io o qualcun altro ha trattato male il cane, perciò lui ha deciso di andare via?”

Se vogliamo raccontare a un bambino particolarmente piccolo o sensibile, che ora il cane è diventato una stella nel cielo, che si trova su una nuvola, oppure che ora è con gli angeli, possiamo farlo. Però, deve essere loro fatto ben capire che il cane non potrà mai ritornare con noi, anche se sin quando lo ricorderemo sarà sempre parte di noi. Per questo motivo, se prevediamo una cerimonia di sepoltura del cane o un qualsiasi altro momento per ricordarlo, facciamo in modo che vi partecipi anche il bambino, perché questo faciliterà l’accettazione e il superamento del lutto.

Se il bambino sa già scrivere, invitiamolo a scrivere una lettera al cane che non c’è più, oppure a disegnarlo. In commercio si trovano anche libri illustrati destinati proprio a queste occasioni. Ricordiamoci che più un bambino è piccolo, meno ha bisogno di dettagli e particolari sulla morte del cane, quanto piuttosto di una spiegazione semplice che soddisfi il livello di comprensione della realtà circostante proprio della sua età.

Non dobbiamo neppure nascondere al bambino il nostro dolore, sforzandoci di comportarci come se nulla fosse successo, casomai perché convinti che un genitore o comunque una persona adulta deve trasmettere un’idea di forza e fermezza. Il bambino ci osserva e istintivamente tende a imitare i nostri atteggiamenti, per cui potrebbe pensare che la sofferenza che lui prova è innaturale o sbagliata o addirittura che noi potremmo comportarci nello stesso modo indifferente anche se fosse lui a scomparire.

Diamo sempre al bambino la possibilità di esprimere i sentimenti che prova, di porci tutte le domande che vuole, anche quando queste possono sembrarci di difficile risposta. Nostro figlio potrebbe ad esempio chiederci non solo: “dove è andato?”, “lo rivedrò mai più?”, “chi si prenderà cura di lui adesso?”, “ora è felice o sta soffrendo?”, ma anche: “succederà anche a te o a un’altra persona a me cara?”, “perché è successo?”, “aveva fatto od ho fatto qualcosa di male perché morisse?”.

Sono domande che certo preferiremmo evitare, perché le risposte non sono semplici e in alcuni casi possono non essere convincenti neppure per noi, perché quando ci troviamo di fronte al mistero della morte, le certezze sono pari ai dubbi irrisolti. Però, nel rispondere a nostro figlio, dobbiamo renderci conto che gli stiamo fornendo un importante aiuto per affrontare in futuro altre inevitabili perdite. Ecco, perciò, alcuni suggerimenti che possono essere utili per le nostre risposte:

  • il cane continuerà a vivere attraverso i bei ricordi che avremo di lui e l’amore che ci ha unito a lui;
  • il cane era molto malato (se lo era, oppure “era molto vecchio”, sempre se lo era) e soffriva, ora è morto e non prova più alcun dolore;
  • il cane sta ora aiutando a crescere altre cose, diventando parte dell’erba, dei fiori e degli alberi che nasceranno dal terreno dove è stato sepolto;
  • i cani invecchiano molto più rapidamente rispetto alle persone, quindi quella che è per noi un’età molto giovane, per un cane corrisponde alla vecchiaia.

Non stupiamoci più di tanto neppure in quei casi in cui nostro figlio reagisce alla morte del cane in maniera che ci sembra indifferente, perché potrebbe trattarsi tanto di una sua ritrosia a manifestare le emozioni quanto della presenza di altre circostanze che per fortuna lo distraggono dalla perdita.

Questo articolo

è tratto dal libro
Aspettami al Ponte dell’Arcobaleno,
che aiuta a superare il dolore
per la morte del proprio cane.

Lo puoi acquistare su Amazon:

https://amzn.to/48DBNWA

Categories:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *