Last Updated on 23/02/24 by wp_15467959
Attraverso la selezione per la riproduzione, l’uomo ha creato centinaia di razze diverse per dimensioni (dai 500 grammi di peso del Chihuahua ai 140 chili del San Bernardo), forme e abilità.
La maggioranza di queste razze è stata creata nell’ultimo secolo e mezzo, quando l’allevamento ha cominciato a interessarsi più all’aspetto estetico che alla funzione dei cani, rispondendo alle mutate richieste di una società borghese che abitava sempre più in città e aree suburbane e meno nelle campagne, per cui chiedeva non tanto cani utili per il lavoro, la guardia, la caccia o altre funzioni pratiche, quanto cani da compagnia.
Nel Novecento, in particolare, è aumentata progressivamente la ricerca di cani di piccola taglia a causa del cambiamento di stile di vita: le persone si spostano con maggiore facilità e spesso abitano in case senza giardino, a volte in appartamenti piuttosto piccoli. Il successo è stato poi favorito dal fatto che molte star hanno scelto cani di piccola o piccolissima taglia come loro compagni di vita.
Gli allevatori hanno risposto a questa mutata e crescente domanda da una parte sperimentando nuovi incroci (favoriti dal fatto che ogni razza di cane può incrociarsi con un’altra e generare cuccioli fertili), dall’altra cominciando a imporre la cosiddetta “barriera di razza” basata sul pedigree, per cui un cane può essere registrato di una razza specifica solo se anche i suoi genitori erano a loro volta registrati di quella stessa razza.
In entrambi i casi, questo tipo di allevamento troppo spesso motivato da principi commerciali ha provocato errori e conseguenze negative.
Da una parte, la possibilità offerta dalle nuove tecniche di fecondazione artificiale di sperimentare ogni tipo di incrocio, anche quelli che in natura erano resi impossibili dalle differenze di dimensioni e anatomia, ha spinto alla ricerca di “record” senza senso, come l’incrocio tra chihuahua e San Bernardo.
Nel caso della selezione per razza, gli allevatori hanno invece troppo spesso come obbiettivo gli “standard di razza”, che prevedono il rispetto di precise forme, dimensioni e colori. Per questo motivo, gli allevamenti più grandi acquistano spesso la monta o il seme dei campioni di razza, in tal modo sfavorendo il ricambio genetico e aumentando la predisposizione a malattie ereditarie perché alla fine si rischia la consanguineità pur senza saperlo esplicitamente. Inoltre non è a volte curata correttamente la socializzazione dei cuccioli, che è invece fondamentale in quanto si tratta di cani destinati alla compagnia.
Al contrario, il fatto che la stragrande maggioranza di chi è alla ricerca di un cane lo cerca per compagnia, dovrebbe spingere gli allevatori a privilegiare le caratteristiche di socializzazione dei cani rispetto ai criteri da esposizione e gara. Questo offrirebbe opportunità anche ai piccoli allevatori, che spesso tengono i cuccioli e la loro madre all’interno della loro casa e non un luogo separato.
Il tutto senza considerare pratiche cruente come il taglio delle orecchie o della coda in razze come pinscher dobermann, alano, boxer, boston bull terrier o cocker spaniel.
L’allevamento selettivo si è così spinto oltre i limiti del buon senso, creando per pure ragioni commerciali esemplari dalle caratteristiche fisiche talmente accentuate da generare disturbi fisici.
Uno degli esempi più eclatanti sono i cani con facce piatte (brachicefali), come carlini, bouledogue (i bulldog francesi), pechinesi, sharpei, shi-tzu e altre. Alla ricerca di cuccioli che somigliassero il più possibile a dei neonati, gli allevatori hanno forzato di generazione in generazione gli incroci per ottenere razze con il cranio schiacciato, in modo che gli occhi non fossero lati della testa, ma paralleli tra loro, come nell’uomo.
Il problema è che lo schiacciamento del cranio ha provocato gravissimi problemi di salute, a cominciare dalle difficoltà respiratorie alla predisposizione a problemi cardiaci e oculari (v. fig. seguente). L’eccessiva artificialità di queste razze è palesemente dimostrata dal fatto che non sarebbero in grado di riprodursi da sole, perché le teste troppo grandi dei cuccioli richiedono quasi sempre un taglio cesareo.
Questo articolo
è tratto da
La fantastica storia del cane e del barboncino,
che ti racconta come, quando e perché sono nati il cane e la razza barbone.